Indennità di disagio ambientale: La Sora Lella in cerca di trasparenza.

 Recentemente, l'assessore Pizzo ha rilasciato dichiarazioni riguardanti l’impiego dell'indennità di disagio ambientale di circa 600.000 euro anno, che il Comune di Orvieto riceve a causa della discarica situata nel suo territorio.


Cit. [orvietolife.it](https://www.orvietolife.it/lassessore-pizzo-il-fondo-sul-disagio-ambientale-utilizzato-per-coprire-gli-aumenti-di-mensa-scolastica-e-servizio-scuolabus/)


Secondo la legge regionale dell'Umbria, tale indennità può essere impiegata esclusivamente per due scopi: la riduzione della Tassa sui Rifiuti (TARI) e il finanziamento di servizi volti a mitigare l'impatto ambientale.


Ecco cosa stabilisce letteralmente la legge regionale del 13/05/2009 n. 11, articolo 41, comma 3, riguardo alla destinazione dei fondi ricevuti dal Comune per il disagio ambientale:


L'indennità di disagio ambientale è utilizzata dai comuni per agevolazioni tariffarie a favore degli utenti interessati dalla presenza degli impianti e per finalità inerenti al miglioramento ambientale e alla dotazione di servizi nelle stesse aree."


Come sembra interpretare Pizzo, ma erroneamente secondo ARERA (l'organo competente di controllo), il concetto di 'servizi nelle stesse aree'?


Pizzo considera la mensa e l’autobus scolastico come servizi che mitigano l’impatto ambientale; per questo come dalle sue dichiarazioni, è normale destinare questi fondi alla riduzione di tali servizi,  non saprei con quale logica.


La parola "servizi" viene spesso interpretata in modo esteso, ma questa interpretazione non sembra allinearsi con quanto previsto dall'organo competente, ARERA, che si riferisce ad interventi specifici. Per esempio, tali interventi potrebbero includere la piantumazione di alberi per ridurre l'impatto visivo della discarica o misure per ridurre le emissioni di CO2.


Questa interpretazione, oltre a sollevare non poche perplessità, diventa paradossale, alla luce delle verifiche effettuate successivamente. Infatti, un'analisi dei costi della mensa scolastica dei ragazzi, ha rivelato che i prezzi restano invariati e comparabili a quelli di altre città umbre che non beneficiano di alcuna indennità. 


Inoltre, in alcune città simili a Orvieto, come Spoleto, i costi sono significativamente più bassi. Ecco alcuni esempi:


Orvieto: ISEE oltre 16.000 euro, costo 5,50 euro; nessuna riduzione per secondo o terzo figlio; quota d'iscrizione 20 euro.


Spoleto: ISEE oltre 16.000 euro; costo per il primo figlio 4,22 euro; per il secondo figlio 2,95 euro; nessun costo d'iscrizione.


Pertanto, ci si interroga su come vengano utilizzati questi fondi.


È fondamentale chiarire che l'indennità derivante dalla presenza di una discarica dovrebbe essere destinata a scopi che riflettano l'impatto che essa ha sui cittadini. Gli abitanti di Orvieto, costretti a sostenere gli effetti negativi della discarica, meriterebbero di vedere queste risorse utilizzate per abbattere la TARI, alleviando così un possibile disagio economico.


L'uso di tali risorse dovrebbe riflettere le reali esigenze della comunità, invece di essere, come sembra, distolto verso spese generali del comune, che, come in altre città, dovrebbero essere coperte dalle risorse generali dell’ente.


È quindi opportuno e giusto che l'indennità per disagio ambientale venga utilizzata come previsto dalla legge, per garantire un sostegno concreto a tutti coloro che vivono questa situazione.


Infine, considerando che abbiamo sia l’imu, la tari ed anche i costi della mensa dei ragazzi, tra le più alte di Italia, dobbiamo avere anche la “monnezza”  in casa, senza avere un minimo di beneficio economico?


Inoltre quando ho detto che secondo me non era possibile che questi soldi servissero per abbassare il costo della mensa, qualcuno ha avuto il coraggio di dire che ero un bugiardo.


Tutto questo mi fa venire in mente una frase detta dalla “Sora Lella” in uno spassosissimo film: “Ma non ci staranno prendendo per il c... questi?!”


Le foto si riferiscono ai costi della mensa di Orvieto e quella di Spoleto






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